Tenacia, determinazione, tanti sacrifici e una famiglia speciale al proprio fianco: ecco gli ingredienti principali dei successi sportivi di Carolina Costa, la campionessa di Judo messinese in partenza per le Paralimpiadi di Tokyo, che ci ha parlato dei suoi traguardi e dei suoi prossimi obiettivi.
Una vita vissuta all’insegna dello sport
Introdotta alla disciplina del Judo fin da piccola, Carolina è figlia d’arte, visto che è cresciuta nella palestra dei suoi genitori, dove entrambi insegnavano judo e arti marziali. Ha mosso i suoi primi passi sul tatami, come lei stessa ama sottolineare. E ha trovato fin dai primi anni di vita dei grandi maestri e sostenitori nei suoi genitori. Piene di affetto e gratitudine sono, oggi, le parole di Carolina sia verso il padre, Franco Costa, deceduto quando lei era ancora giovanissima, sia verso sua madre, Katarzyna Juszczak, che continua a seguirla nel suo percorso sportivo e agonistico in qualità di insegnante tecnica. Sono queste le persone, insieme all’allenatore Vittorio Scimone che la segue da anni con dedizione, a cui Carolina deve oggi tutti i traguardi che ha raggiunto.
Una campionessa fin da piccola
Già a sei anni Carolina disputava le prime gare, prima di diventare agonista a 12 anni. La cintura nera è arrivata a 15 anni in giovanissima età, nonostante la vita le avesse già riservato un primo grande dolore: la morte di suo padre quando aveva solo 12 anni.
Nonostante questa grave perdita, il lutto e lo sconforto che ne sono conseguiti, Carolina è riuscita a superare questo periodo di grande difficoltà e smarrimento con un unico sogno e un unico obiettivo nella mente: le Olimpiadi.
E un passo importante in questa direzione viene compiuto nel 2016, quando incontra il suo attuale allenatore, Vittorio Scimone. L’energia e la tenacia di Scimone che le promette di portarla alle Olimpiadi col supporto della madre, danno a Carolina la spinta e lo stimolo decisivi per riportarla in pista con maggiore grinta di prima. La stessa grinta che poi l’ha fatta diventare campionessa italiana ed europea di Judo in pochissimi anni. E che l’avrebbero portata in pochi anni dritta alle Paralimpiadi di Tokyo.
Le prime importanti vittorie e la forza di ricominciare dopo la malattia agli occhi
Le vittorie iniziano a susseguirsi tra la Coppa Italia e i Campionati Universitari in cui arriva prima. Ma la gioia e la serenità di Carolina vengono smorzati da continui problemi alla vista che diventano nel tempo sempre più preoccupanti e invalidanti. Così nel 2016, a 22 anni, arriva la diagnosi che la metterà nuovamente a dura prova e che cambierà il suo percorso sportivo. Carolina risulta soffrire di cheratocono, una malattia degenerativa degli occhi che può anche portare alla cecità, se non curata per tempo. La sofferenza e lo sconforto non hanno la meglio nemmeno questa volta contro questa eccezionale atleta e la sua famiglia. Innanzitutto, decide di andare a operarsi agli occhi in Polonia, patria della madre, per bloccare la degenerazione della malattia. Successivamente madre e figlia, unite dalla stessa determinazione e passione per lo sport, si rimboccano le maniche per poter trovare altre competizioni in cui Carolina possa gareggiare da ipovedente. È in questa fase che entrano in scena i Giochi Paralimpici.
La madre, Katarzyna, allenatrice ed ex atleta olimpica a sua volta, fa iscrivere la figlia alla Fispic, Federazione Italiana Sport Paralimpici Ipovedenti e Ciechi. Comincia così una nuova fase del percorso sportivo e agonistico di Carolina verso le Paralimpiadi di Tokyo.
Il duro allenamento quotidiano in vista della prestigiosa competizione
La vita di una campionessa sportiva è vissuta all’insegna dell’impegno, della costanza e di grandi sacrifici. La giornata di Carolina inizia alle 6 di mattina: la prima tappa è la palestra dove inizia il proprio allenamento seguita dalla madre, un’altra grande atleta con tantissima esperienza alle spalle e due partecipazioni alle Olimpiadi, nelle discipline del judo e della lotta. Si parte con la preparazione organica, atletica e fisica, sotto la vigile guida della madre che le fa anche da fisioterapista, tanta è la dedizione alla figlia. Il pomeriggio si riprende l’allenamento in palestra sotto la supervisione dell’allenatore Vittorio Scimone. Figura indispensabile per la nostra campionessa, Scimone la conosce da quando è nata e fa ormai parte della sua famiglia. Il suo ruolo assume i contorni di una figura quasi paterna nei confronti della giovane campionessa, di cui cura con grande attenzione e diligenza la preparazione tecnica. In pratica, Vittorio Scimone e Katarzyna Juszczak rappresentano l’intero orizzonte e il perno attorno al quale ruota il percorso sportivo di Carolina. A loro deve la sua carriera agonistica portata ai massimi livelli, a loro le sue prestigiose vittorie, a loro la sua partecipazione ai Giochi Paralimpici.
I Progetti per il futuro della campionessa di Judo
Carolina è anche insegnante di Judo per bambini dai 3 a 6 anni. Nella palestra in cui si allena ogni giorno per le Paralimpiadi, allena a sua volta i suoi piccoli allievi che vedono in lei un punto di riferimento sia sotto il profilo sportivo che umano. Ed è questo che risponde quando le si chiede dei suoi progetti dopo le Paralimpiadi. Carolina vuole continuare a insegnare Judo ai suoi piccoli allievi. Naturalmente, la sua mente va già anche alla partecipazione alle prossime Paralimpiadi di Parigi 2024. Come afferma lei stessa: “mancano solo 3 anni per Parigi 2024 e sono già proiettata verso le qualificazioni che inizieranno a Gennaio 2022”.
Il Judo come orizzonte di vita personale e professionale
Una vita vissuta tra allenamento e insegnamento di questa disciplina. Il Judo come perno centrale che ha chiesto ma ha dato anche molto a questa campionessa messinese. Ha messo tutta se stessa in questa disciplina, ha investito tantissimi anni di dura fatica e impegno costante in uno sport che l’ha portata ai massimi livelli internazionali e le ha dato la forza di superare le numerose difficoltà che hanno ostacolato il suo cammino. “Quando salgo sul tatami mi passa tutto, è la mia salvezza”, si potrebbe riassumere in queste poche parole ciò che il judo rappresenta per Carolina.
I suoi occhi riflettono grinta e dolcezza allo stesso tempo, determinazione e voglia di vincere, risolutezza e umiltà. Ma soprattutto, il desiderio di raggiungere, dopo anni di sacrifici, un altro notevole traguardo e dare un’ulteriore soddisfazione a sua madre, al suo allenatore, ai suoi nonni che la seguono dalla Polonia e, naturalmente, a suo padre che sarebbe oggi il suo più grande sostenitore. A tutti loro Carolina dedica i traguardi fin qui raggiunti e a loro dice grazie.
A lei, invece, va il nostro più grande in bocca al lupo per questa ulteriore avventura, certi che le darà grandi soddisfazioni e darà a Messina il vanto di aver dato i natali a un’eccezionale campionessa.