Secoli di storia accompagnano le monete romane di bronzo e d’argento che fecero comparsa solo durante la seconda fase della Repubblica. Prima di quel tempo, come in buona parte del mondo conosciuto, gli scambi avvenivano tramite il baratto. L’antica Roma, tuttavia, faceva sfoggio di un altro metodo di pagamento: le pecore. Si era soliti, infatti, confrontare il valore degli oggetti a quello delle pecore: da qui il termine pecunia, da pecus (pecora). Ancora oggi le monete dell’antica Roma generano molto entusiasmo tra gli appassionati e i collezionisti. Lo stato di conservazione e il materiale utilizzato ne determinano il valore, rendendo alcune di queste rarissime e preziosissime. Ma, quali furono le prime monete impiegate nell’antica Roma?
Il baratto fu, dalla fondazione di Roma a tutto il periodo monarchico e parte del periodo repubblicano, lo strumento principale impiegato nel commercio: farina in cambio di uova, ma anche gli scarti di lavorazione del bronzo in cambio di tessuti o legname. Questi lingotti si presentavano privi di qualsiasi segno identificativo e dalla forma poco definita.
Didracmi: le prime monete emesse da Roma, coniate nel 312 a.C., furono alcuni didracmi d’argento e alcune monete frazionarie collegate sia in argento che in bronzo. Identificate anche come monete romano-campane, si ritiene che servissero per facilitare gli scambi con le colonie greche.
Denario: la moneta d’argento che costituì la base dell’economia romana, diffusa intorno al 211 a.c. Queste monete raffiguravano un busto di Roma sul dritto e di una divinità sul rovescio e venivano emesse a nome dei generali. Conosciute come monete Imperatoriali, avevano anche uno scopo propagandistico.
Aureo: bisognerà attende il 286 a.c. per le prime emissioni degli aurei, moneta che riprendeva il sistema monetario greco la cui funzione principale era quella di facilitare gli scambi con l’oriente. Tuttavia, la vera autenticità degli aurei romani sarà raggiunta solo nell’87 a.c. con Silla.
Antoniniano: fu introdotto in seguito alla riforma monetaria di Caracalla, detta anche Antoniniana, per arginare la svalutazione. Dal valore di 2 denari, all’inizio fu impiegato l’argento fino ad essere gradualmente sostituita dal bronzo.
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